La Direttiva europea CASE GREEN

Nuove norme europee legate al risparmio energetico e alla ristrutturazione degli edifici


 
Nel marzo 2023 il Parlamento europeo ha dato il primo via libera alla Direttiva UE sulle “CASE GREEN”, che consiste in un provvedimento avanzato dalla Commissione Europea per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici con l'obiettivo di ridurre notevolmente i consumi di energia in Europa.

Il testo della direttiva Energy performance of building directive (Epbd), che ha la missione di riqualificare il parco immobiliare europeo e migliorarne l’efficienza energetica, sarà soggetto a modifiche rispetto a quelle già registrate prima di diventare definitivo. 

L’obiettivo principale del provvedimento è di agire in modo prioritario sul 15% degli edifici più energivori, collocati nella classe energetica G. Per ciò che riguarda l'Italia, la direttiva si rivolge ad almeno 1,8 milioni di edifici residenziali, su un totale di 12 milioni ed avrà un impatto notevole sul patrimonio immobiliare italiano.

 

LA DIRETTIVA "CASE GREEN"

Con questo provvedimento l’Unione Europea si propone di ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni nocive rispetto ai livelli del 1990 e raggiungere l'obiettivo di emissioni zero entro il 2050. Il testo della direttiva prevede che tutti i nuovi edifici dovranno essere a zero emissioni già a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1° gennaio 2030 e D entro il 2033. Per il riscaldamento si prevede il divieto di utilizzo di combustibili fossili entro il 2035 e l’abolizione di sussidi per l’installazione di boiler a combustibili fossili entro il 2024.

 

GLI INTERVENTI PREVISTI E LE DEROGHE

Gli interventi previsti tesi alla riduzione dei consumi sono:

  • installazione di impianti fotovoltaici;
  • installazione di nuove caldaie;
  • sostituzione degli infissi;
  • posizionamento di cappotti termici.

La direttiva esclude i palazzi storici, le case vacanza e gli edifici di culto. Nello specifico: 

  • edifici e monumenti sottoposti a tutela (immobili storici o dal particolare valore architettonico);
  • edifici collocati in zone vincolate e protette;
  • edifici residenziali usati meno di quattro mesi all’anno o per un periodo limitato dell’anno o con un consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo che risulterebbe dall’utilizzo durante tutto l’anno (ossia le seconde case);
  • edifici di culto;
  • strutture considerate temporanee (uffici di cantiere e stabilimenti balneari).

Sono previste anche delle sanzioni in caso di mancato adeguamento, come il divieto di vendita o di affitto delle case. 

Una delle principali conseguenze di questa direttiva è la probabile perdita di valore degli immobili che non saranno adeguati nei tempi previsti.

 

LA DIRETTIVA NEI SINGOLI STATI

A livello operativo saranno gli Stati membri dell'UE a definire le eventuali esenzioni dalla norma, oltre a tutte le misure e gli incentivi necessari a raggiungere i target nei tempi stabiliti. Inoltre, gli Stati membri potranno adeguare gli obiettivi in base all’effettiva disponibilità di manodopera qualificata e alla fattibilità tecnica ed economica dei lavori di ristrutturazione.

Ciascun Paese dovrà quindi redigere un piano nazionale di ristrutturazione che dovrà essere realistico e prevedere anche misure che facilitino l’accesso a finanziamenti pensati su misura, un sistema di premi e vantaggi per chi avvia ristrutturazioni significative, sovvenzioni per le famiglie vulnerabili e anche l’istituzione di punti informativi gratuiti sull’efficientamento energetico edilizio.

 

CASE GREEN IN ITALIA

Secondo le stime dell’associazione italiana dei costruttori edili (Ance), su 12 milioni di edifici residenziali oltre 9 milioni non risulterebbero idonei a rispettare le performance energetiche richieste.

Inoltre, dall’ultimo rapporto dell’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), circa il 75% degli immobili presenti nei comuni italiani sarebbe stato realizzato prima della Legge 10/1991, la norma che regola i consumi dell’energia negli edifici pubblici e privati.

Sempre secondo le stime Enea, il 74% delle abitazioni italiane, cioè 11 milioni, apparterrebbero a classi energetiche inferiori alla D, nello specifico il 34% in G, 23,8% in F e 15,9% E.

In base alla direttiva UE “CASE GREEN”,gli edifici che dovranno essere ristrutturati in Italia entro il 2033, perché non rientranti nelle regole, sono almeno due milioni: affinché la direttiva europea sia concretamente applicabile risulta necessaria una politica di incentivazione fiscale adeguata, così da poter agevolare il processo e implementare soluzioni integrate per ogni edificio.

 

LA SITUAZIONE A LUGLIO 2024

Lo scorso 12 marzo 2024, il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva la direttiva CASE GREEN con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 a effetto serra e il consumo energetico entro il 2030, in vista del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. Sono quindi trascorsi oltre 12 mesi da quando è iniziato l’iter per arrivare all’approvazione finale del provvedimento.

Nel corso di questo periodo sono già state apportate modifiche al testo cercando di valutare le singole esigenze dei vari stati membri. Rispetto al testo originario, la direttiva finale risulta molto più elastica e meno stringente sui tempi di adeguamento per l’edilizia.

Secondo la direttiva approvata, gli Stati membri hanno il compito di definire requisiti minimi di prestazione energetica per gli edifici: tutti i nuovi edifici dovranno essere almeno a energia quasi zero (e dal 2028 a emissioni zero). Inoltre è necessario fissare i requisiti minimi di tutti gli edifici che subiscono una ristrutturazione significativa.

Il testo originario prevedeva, invece, l'obiettivo di raggiungere la classe energetica E per gli edifici residenziali entro il 2030 e migliorare ulteriormente arrivando alla classe energetica D entro il 2033.

Tra le altre novità, è stato inserito il passaporto di ristrutturazione per gli Stati membri dell’Unione Europea: dovrà essere redatto in formato digitale da un esperto qualificato e certificato e sarà il singolo Stato membro a decidere se sarà obbligatorio o no. Questo passaporto prevederà una tabella di marcia completa per la ristrutturazione, indicando le fasi e i benefici attesi in termini di risparmio energetico, riduzione delle spese e delle emissioni di gas serra nel corso del ciclo di vita dell’edificio.

Inoltre, sarà disponibile un sistema digitale per la preparazione e l’aggiornamento dei passaporti di ristrutturazione: gli Stati membri potranno sviluppare strumenti complementari per la simulazione e l’aggiornamento semplificato dei passaporti.

 

ARDOGRES

Da anni la nostra azienda è specializzata nella ristrutturazione delle coperture, in particolare nella sostituzione di tetti in amianto, ardesia e pietra.

La direttiva europea CASE GREEN e le successive disposizioni degli Stati membri promuoveranno la riqualificazione delle coperture esistenti, incentivando l'istallazione di isolanti e impianti fotovoltaici.

Ardogres si propone come prodotto imprescindibile per questo tipo di interventi, soprattutto con l'ultima novità, ovvero la tegola BIANCO OSTUNI 40X40, che può vantare un ottimo indice di riflettanza e una perfetta adattabilità coi sistemi fotovoltaici, soprattutto quelli cosiddetti "a vasca".

https://ardogres.it/it/tegole-in-gres-porcellanato-e-accessori-ardogres/23-40x40-bianco-ostuni

A breve, Ardogres presenterà anche la nuova versione della tegola fotovoltaica integrata ARDOSOLAR. Questa potrà risolvere le problematiche legate all'istallazione di impianti fotovoltaici in contesti storici e/o con vincoli paesaggistici. Ad esempio nella sostituzione dell'ardesia naturale a Genova e Milano o delle lose a Torino e in Valle d'Aosta.

 

 

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